L’articolo, pubblicato il 7 luglio sul quotidiano, contiene i seguenti passaggi principali:
• «Lo scenario che abbiamo davanti sarà sempre più caratterizzato dalla instabilità strutturale dei mercati, che richiede un adattamento molto più stringente delle azioni imprenditoriali. La volatilità di qualche anno fa è passata da congiunturale a strutturale e, in parte, è stato compromesso il ruolo anticiclico che da sempre ha avuto il settore agroindustriale. Assistiamo a una concentrazione spinta degli operatori internazionali delle commodities, mentre l'agricoltura deve esercitare sempre più la sua funzione di produrre cibo per la popolazione mondiale, presidiando le aree geografiche fertili. Ne consegue che serviranno attori con dimensioni agricole e industriali in grado di rispondere a questa repentina evoluzione. Il nostro recente passato ci pone su questa strada».
• «Nel corso degli anni abbiamo costruito una credibilità con un progetto valido sia in termini di capitalizzazione sia come dividendi e marginalità. Vogliamo esportare questo modello di competenze e know how, mantenendo però la sede della conoscenza in Italia. Per questo abbiamo programmato un forte investimento in capitale umano nel campus di Jolanda di Savoia (Ferrara) dove dal prossimo anno ospiteremo 100 studenti l'anno per la laurea magistrale. Saranno i futuri membri di team specializzati a supporto delle nostre attività estere».
• La collaborazione con Eni ci ha consentito di andare in Kuwait, Congo, Ghana, Algeria, Kazakistan. In Europa stiamo già guardando a progetti in Romania e Serbia, anche per la vendita di mezzi tecnici. In Spagna, Francia e Germania come capacità produttiva e partnership commerciali. Tra 5 anni vogliamo essere il più grande giacimento agricolo ad alta tecnologia quotato in Borsa in Europa.